Il Presidente e la Direttrice dell’Accademia Statale di Belle Arti di Ravenna
Ing. Ernesto Giuseppe Alfieri
Prof.ssa Paola Babini
invitano all’inaugurazione della mostra “A come Accademia, O come OROBURRI”, all’interno dell’VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo

A come ACCADEMIA, O come OROBURRI

A cura di Paola BabiniMaria Rita Bentini (Accademia Statale di Belle Arti di Ravenna)

Inaugurazione: venerdì 20 ottobre 2023, ore 17
Museo Nazionale di Ravenna, via San Vitale, 17, Ravenna
Periodo di apertura: 20 ottobre 2023 – 7 gennaio 2024
Orari di apertura: da martedì a venerdì: 8:30 – 19:30; sabato e domenica: 8:30 – 13:30; prima domenica del mese: 8:30 – 19:30

Eventuale costo del biglietto: intero 7 €; agevolato € 3,00 (cittadini europei tra i 18 e i 25 anni); biglietto di ingresso comprensivo dell’aumento di 1 euro che è devoluto alle zone colpite dalle alluvionali (in vigore fino al 15 dicembre 2023); gratuito per: under 18; insegnanti; guide turistiche; giornalisti iscritti e categorie di legge; giornate a ingresso gratuito per tutti: 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e 5 novembre, prima domenica del mese; 3 dicembre, prima domenica del mese e 7 dicembre, Riconoscimento siti ravennati dall’UNESCO.

Intorno a un’opera di Alberto Burri di collezione privata, legata all’interesse per la materia preziosa dell’oro già affiorato negli anni ’50  indagando la povertà dei sacchi e in seguito cromia dominante in contrappunto al nero, sono riunite le opere musive dei giovani artisti del Biennio di Mosaico dell’Accademia che hanno guardato all’oro in relazione a poetiche individuali diverse, ma tutte ammaliate da un elemento dominante nello straordinario patrimonio musivo tardoantico e bizantino della città. L’oro contemporaneo può essere ancora un’eco lontana di presenze sacrali con cui dialogare (Aleksandar Velichkovski), oppure essere tradotto nel bagliore di un materiale low cost che riveste oggetti quotidiani rendendoli seducenti e pericolosi (Giorgia Baroncelli) o sottrarre materia al bianco più impalpabile (Angelo Tudor Padurean). In altre opere intesse un corpo femminile per esprimere la dimensione totale dell’eros (Daniela Guzzinati), suggerisce misteriose entità che popolano il mondo delle ombre (Aleksandra Miteva), porta l’occhio a inquadrare un qr code per leggere un toccante pensiero poetico (Paolo Gambi), o si spinge a disegnare le figure zoomorfe di Anna De Luca. Con altre varianti sul tema nelle opere di Mila de Francesco, Silvia Gallosi, Daniela Iurato, Chiara Ravina. Il mosaico, sia nella sua bidimensionalità che esplorando la forma plastica, indaga l’oro in molteplici direzioni di senso come poliedriche sono le estetiche contemporanee: è un frammento, una linea, oppure interagisce con forza con lo spazio-luce. Un tutto, un pulviscolo di stelle, oppure il nulla.