Stile, storia dell'arte e del Costume

Contenuti del corso:

La storia della cultura e degli stili è nutrita da relazioni, scambi e influenze millenari.
Il processo osmotico che caratterizza la fenomenologia della cultura e degli stili non è costituito soltanto da scambi di oggetti ma può essere interpretata da una parte come una storia di influenze attive (Focillon, 1934), oppure come la sopravvivenza di topoi antichi (Warburg, 1902) dall’altra, rinnovati e sintetizzati ciclicamente attraverso il gusto e le innovazioni tecnologiche (McLuhan, 1964) proprie di ogni epoca.
Per un verso dunque assistiamo a una storia delle forme, che riguarda sia la produzione che la ricezione: i produttori (i creativi) e il rapporto che stabiliscono con la storia e il loro tempo, e i ricettori (il pubblico), attraverso le loro reazioni che a loro volta determinano le proposte stilistiche (siano esse culturali, utilitarie o miste). Dall’altro, osserviamo una storia dei mezzi, da quelli espressivi a quelli tecnologici che reciprocamente si influenzano.
La complessiva produzione culturale può quindi essere letta come un “fatto sociale” (Durkheim, 1895) che sintetizza soggettività, storia, medialità, psicologia ed estetica. Questo ambito è l’oggetto di studio dell’iconologia, inaugurata negli ultimi anni dell’Ottocento da Aby Warburg.
Si tratta di uno studio interdisciplinare, sviluppato in seguito da Erwin Panofsky (1939) attraverso la distinzione tra iconologia (significato delle opere) e iconografia (valori formali). Data questa premessa metodologica, il corso affronterà la storia dell’arte dal Tardoantico al Barocco, attraverso una prospettiva che intreccerà estetica, antropologia e società, utilizzando gli strumenti ermeneutici dell’iconologia e della storia dei media di produzione e comunicazione.

Bibliografia:

T. Montanari, S. Settis, Arte. Una storia naturale e civile, Electa, 2019, voll. 2, 3, 4 (del quarto volume: pp. 2-227)

Veronica Caciolli
Veronica Caciolli

Stile, storia dell’arte e del Costume

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