Scene di un inferno nel XXI secolo: è sotto l’egida dantesca che si inaugura la giornata di mercoledì 10 novembre, ricca di appuntamenti che vedranno protagonista l’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi”.
Con il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri e del Comune di Ravenna – Viva Dante e in collaborazione con Accademia Nazionale di Danza e Accademia di Belle Arti di Ravenna, “Scene di un inferno nel XXI secolo” si articola su tre città, Roma, Firenze e Ravenna, nell’arco di otto mesi attraverso performance, eventi esperienziali, video installazioni e pratiche per tracciare un’esperienza culturale ispirata all’Inferno dantesco. I luoghi vuoti di queste città diventano sede di azioni democratiche volte a definire insolite interpretazioni della prima cantica dantesca, ma anche sconosciute percezioni dello spazio.
«L’efficacia della comunicazione rende l’Inferno un testo sul quale si possono azzardare coraggiose interpretazioni con la creatività che la fantasia umana, motore fondante del testo originale, può ancora produrre. Video, animazione, atti performativi che coinvolgono gli abitanti dei luoghi, video installazioni, audio sharing, sono le forme previste per la rappresentazione dei diversi canti accuratamente scelti sulla base degli spazi e della loro disponibilità».
Maria Enrica Palmieri – direzione generale e artistica
Nelle sua tappa conclusiva a Ravenna, il progetto Scene di un inferno nel XXI secolo coinvolge gli allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “G. Verdi” e dell’Accademia di Belle Arti, con una installazione che sarà inaugurata mercoledì 10 novembre alle ore 17 nell’atrio di Palazzo Rasponi dalle Teste, in Piazza Kennedy. L’opera nasce da una serie di videoclip realizzati dagli studenti del triennio compositivo dell’Accademia Nazionale di Danza durante il lockdown 2020: questo mosaico visivo si accompagna ad un fil rouge musicale che ha attraversato le tre tappe del progetto, un tema che il musicista Paolo Fresu ha creato appositamente è che è stato via via l’anima delle tre installazioni e che ogni città ha rielaborato in assonanza con la propria creazione visiva.
Per l’ISSM “Verdi” Mattia Datolo, studente, e Paolo Marzocchi, docente di Musica applicata alle immagini, hanno elaborato la traccia sonora: «il progetto sonoro creato per il video di “Scene di un Inferno del XXI secolo” parte prima di tutto dal materiale musicale del brano composto da Paolo Fresu. Il tema di Paolo è stato scomposto, ricomposto come un un mosaico di piccolissime tessere sonore, un suono polverizzato che in alcune circostanze si comporta come una nuvola di suono. La base su cui questo viene adagiato è come un “vento armonico”, ottenuto da un filtraggio molto selettivo di un suono di una foresta (la “selva oscura”). Il suono della foresta controlla e modula il vento, che dunque è a tutti gli effetti vivo. La serenità della melodia di Paolo Fresu, che rimanda al celebre “e quindi uscimmo a riveder le stelle”, e ancora di più alla luce celestiale, risuona intatta nelle risonanze cosmiche del vento e nella dolcezza della voce umana» (Paolo Marzocchi). Hanno collaborato Laura Zecchini (voce), Michele Fontana (clarinetto), Michele Zaccarini (fagotto) e Anna Tedaldi (contrabbasso).
Dall’Accademia di Belle Arti, Beatrice Pucci, docente di Applicazioni digitali per le arti visive, e le sue allieve Daniela Guzzinati, Alessandra Landini, Rita Amadori e Francesca Fantoni hanno dato vita all’animazione video. «Immagini in movimento costituiscono un mosaico di astensione e accumulo. A noi non resta che attendere il vuoto visionario che presiede la nascita di gesti di immaginabile delicatezza. Sottraiamoci al gioco delle circostanze affinché nulla ci raggiunga eccetto l’invisibile» (Beatrice Pucci).
Hanno danzato Alessandra D’Anna, Lucia Bruno, Maria Cecere, Xinran Li, Maria Macciotta e Leonetta Gandon.
«L’ISSM “G. Verdi” e l’Accademia di Belle Arti abitano Ravenna e i suoi mosaici – hanno sottolineato la direttrice dell’ISSM Verdi, Anna Maria Storace e la coordinatrice didattica di ABA Paola Babini – il mosaico e il suono vivono della stessa vita, singole unità che vivono della relazione con l’unità accanto. Questa visione è guida, la stessa che percorre la Commedia. Siamo felici per questa collaborazione che da luce a istituzioni AFAM prestigiose ed esalta la formazione artistica nella sua dimensione creatrice libera da confini».
L’evento è a ingresso libero con obbligo di green pass.