Arte e cultura dal 1829

L’accademia di belle arti viene inaugurata il 26 novembre 1829 per volontà della Legazione provinciale e del Comune di Ravenna. Da allora inizia un percorso affascinante in cui si sono riflesse le ambizioni artistiche e culturali della città stessa in un susseguirsi d’intenzioni e interpreti.
I primi anni sono legati alla figura di Ignazio Sarti (1790-1854), artista bolognese che ha completato a Roma la sua formazione, protagonista di un’intensa fase di avvio, segnata dalle prime acquisizioni di opere, stampe e gessi (con un importante nucleo del Canova), ancora oggi prezioso patrimonio dell’Accademia.
All’inizio, in pieno gusto neoclassico, segue un aggiornamento di segno naturalista: la direzione del fiorentino Arturo Moradei (1840-1901), giunto a Ravenna nel 1870, guida il passaggio alle istanze dei pittori della macchia, inaugurando i topoi di quella che sarà la pittura di genere a Ravenna per tutto il secolo, continuata anche dal successore Domenico Miserocchi, detto il “Pastorino”.

Frontespizio del discorso tenuto nel 1829 in occasione dell’inaugurazione.
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Con l’inizio del Novecento si registra una forte spinta innovatrice interpretata dalla direzione di Vittorio Guaccimanni (1859-1938), impegnato a rendere più virtuoso il rapporto fra l’offerta formativa artistica e industriale dell’Accademia con la realtà del territorio romagnolo. Intanto in Europa si apre il periodo simbolista e nel 1903 Gustav Klimt visita Ravenna: la visione dei mosaici bizantini costituisce il punto di partenza per il suo periodo d’oro e per un’intera stagione artistica.

Anche dalle file degli studenti iniziano a emergere figure importanti. La rivoluzione futurista segna brevemente l’esperienza di Orazio Toschi (1887-1972), contestatore anti-accademico da allievo, e autore di Pittura Lirica da artista maturo (il testo viene dato alle stampe nel 1921).
Sono futuristi convinti i fratelli Arnaldo e Bruno Ginanni Corradini, rispettivamente detti Ginna (1890-1982) e Corra (1892 -1976), l’uno pittore che abbandona l’Accademia ravennate per proseguire gli studi a Firenze dove realizza il film Vita Futurista (1916), l’altro scrittore. Essi raccolgono tra l’Hotel Byron e la villa a Campiano nel Ravennate una sorta di cenacolo esoterico in linea con le esperienze europee dello spiritualismo nell’arte e le teorie sulla pittura astratta.
Grande protagonista per il rinnovamento dell’Accademia è Giovanni Guerrini (1887-1972), intenso incisore e sperimentatore, fautore dell’Arts & Crafts e interprete di una mentalità innovativa che lo porterà a ritrovare la vocazione musiva di Ravenna sostenendo l’istituzione nel 1924 della scuola di mosaico interna all’Accademia.

Giovanni Guerrini, Bozzetto per gli affreschi di palazzo Byron (oggi palazzo della Provincia), sede della Federazione delle cooperative di Ravenna, 1919
La Federazione delle cooperative di Ravenna acquistò nel 1918 Palazzo Byron, forse il più bel palazzo della città per farne la propria sede a coronamento e simbolo dello sviluppo del movimento cooperativo dei braccianti e dei muratori dal 1883 al dopoguerra sotto la guida del socialista Nullo Baldini. Nel 1919 Baldini incaricò Giovanni Guerrini di affrescare il salone celebrando il trionfo del lavoro, del lavoro associato, rappresentando nel primo quadro “la palude desolata piena di canne palustri e un pescatore che trasportava su una barca una donna colpita da febbri malariche”, nel secondo “l’inizio dei lavori di bonifica, nel terzo il dissodamento dei terreni liberati dalle acque stagnanti; nel quarto il grano in piena vegetazione e nel quinto, sul soffitto, la mietitura e la trebbiatura. Era la rappresentazione del “miracolo del lavoro cooperativo”. Nel 1922 gli squadristi di Italo Balbo incendiarono e distrussero il Palazzo.

Dirigendo la Scuola di mosaico il pittore Giuseppe Zampiga inaugura una linea conservativa, poi aggiornata dall’allievo Renato Signorini che lo sostituirà alla guida della Scuola fino al 1976. Grazie a commissioni prestigiose e alla presenza di artisti come Antonio Rocchi e Ines Morigi Berti, si apre la stagione dell’arte musiva contemporanea.
In pittura si stabilisce una linea sostanzialmente naturalista confermata da Guido Ferroni e aggiornata da Luigi Varoli, di vena espressionista e intimista, a cui seguono quella di Teodoro Orselli e Umberto Folli, mentre in scultura il periodo è caratterizzato dalla personalità di Umberto Pinzauti a cui solo negli anni Sessanta segue Giannantonio Bucci.

A questa sostanziale continuità di presenze e poetiche, negli anni centrali del secolo, succede la nomina di Raffaele De Grada alla direzione (1971-1976) che coincide con un approccio didattico nuovo. Sono anni in cui si lavora all’allargamento delle discipline più applicative e tecniche e a un nuovo rapporto di queste con i corsi di pittura, scultura e decorazione. Emerge la centralità della grafica, della fotografia e della comunicazione visiva, grazie a grandi interpreti fra i quali Remo Muratore, Giò Pomodoro, Luca Crippa e Tono Zancanaro.

Nel frattempo era giunto il riconoscimento legale dell’Accademia di belle arti di Ravenna (1974). Gli ultimi due decenni del Novecento sono caratterizzati da un rinnovato rapporto fra l’istituzione e il territorio, in particolare la costa romagnola, che ha visto nascere prestigiose collaborazioni fra le quali il progetto le Tende al mare inaugurato da Dario Fo (sotto).

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Gli anni Novanta sono anche gli anni di importanti progetti in cui l’avventura del mosaico coinvolge artisti di grande rilievo come Sandro Chia ed Enzo Cucchi, oltre che anni di progetti legati allo sviluppo del corso di fotografia con l’avvicendarsi di significative manifestazioni artistiche ad essa dedicate curate da Guido Guidi. L’Accademia segna un primato nazionale ottenendo l’autorizzazione ministeriale per l’insegnamento di oreficeria e mosaico.

L’Accademia di belle Arti di Ravenna è stata, fino alla statizzazione avvenuta nel gennaio 2023, una delle cinque accademie storiche legalmente riconosciute finanziate dagli Enti locali, insieme a quelle di Bergamo, Genova, Perugia e Verona. L’Accademia, all’epoca gestita dal Comune di Ravenna, era inserita nel sistema pubblico, comparto AFAM – Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica.

Dal 2008, anche grazie a un accordo di collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Bologna, che ne ha assunto la direzione didattica, ha offerto un percorso formativo dedicato alle arti e al mosaico contemporanei, con un triennio di primo livello Arti Visive e Mosaico e un biennio di secondo livello di Mosaico.

Fra il 2011 e il 2013 ha ricevuto il pieno riconoscimento del MIUR sul piano degli obiettivi formativi e dei contenuti didattici e nel 2013 il parere favorevole dell’ANVUR, Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca.

Con la statizzazione (1°gennaio 2023) l’Accademia ha ampliato la propria offerta didattica istituendo un nuovo Corso di 1°livello in Nuove Tecnologie dell’Arte che si aggiunge ai corsi dedicati al mosaico (Corso di 1°livello di Arti Visive e Mosaico e Corso di 2°livello in Mosaico), unici nel sistema dell’alta formazione artistica in Italia e nel mondo.