Una giovane di Senigallia avvia nel carcere di Ravenna un laboratorio artistico e sette detenuti realizzano insieme a lei una installazione urbana esposta nel centro cittadino

Un giorno è entrata nel nostro salone del carcere di Port’Aurea di Ravenna (Ra) una ragazza. L’educatrice del carcere dove stiamo scontando la pena, Daniela Bevilacqua, ci ha spiegato che aveva intenzione di creare insieme a noi un progetto artistico. Era un’esperienza nuova per tutti. Lì per lì eravamo un po’ stupiti, ma chi vuole fare un progetto artistico in carcere? Poi dalla sorpresa siamo passati alla curiosità e abbiamo ascoltato il racconto. Giorgia Pettinari, in arte Pettigio, è una giovane di Senigallia (An) che ha studiato a Ravenna alla scuola di mosaico e si è laureata all’Accademia di Belle Arti.

Ci ha fatto subito una bella impressione, si capiva che amava l’arte in generale, nelle sue forme, e che era appassionata del suo lavoro. Sorridente, un po’ timida, Giorgia si è fatta spazio e ci ha spiegato cos’era «L’eco del fiume», un progetto di arte urbana da lei ideato, nato con il desiderio di far rivivere il passato di città d’acqua di Ravenna. Nonostante Giorgia non sia di Ravenna, proprio come alcuni di noi, si è innamorata di questa città. Come far rivivere il passato? Attraverso un’installazione temporanea in una caratteristica via del centro storico, dove un tempo scorreva davvero un fiume, il Lamone. La via dove avremmo costruito insieme a Giorgia il nostro progetto si chiama Vicolo Gabbiani.

Fonte: Corriere della sera